L’obiettivo di questo articolo è diffondere e spiegare in modo semplice i tipi di irrigazione più usati e conosciuti in idroponica ed agricoltura. L’irrigazione nell’agricoltura consiste nell’apportare acqua al sottosuolo affinché le piante (ortaggi, pascoli, erbe, piante ornamentali ecc.) possano crescere e/o svilupparsi. Questa è un’attività necessaria sia nell’idroponica che nell’agricoltura tradizionale ed il giardinaggio.
Ci sono casi nei quali l’apporto d’acqua risulta semplice o nei quali la pioggia apporta l’acqua necessaria, però generalmente non è così, per questo motivo l’agricoltura nacque vicino a fiumi e laghi per facilitare l’irrigazione. Tuttavia l’espansione della civilizzazione umana obbligò gli antichi agglomerati ad allontanarsi dalle fonti acquatiche ed a sviluppare differenti tecniche d’irrigazione per le sue coltivazioni. Alcune sono tutt’oggi utilizzate.
Nel caso dell’idroponica l’irrigazione non apporta solo acqua, ma anche nutrienti, che sono quelli che vengono proporzionati alla pianta attraverso la soluzione nutritiva permettendole di svilupparsi interamente attraversa l’irrigazione che le venga somministrata.
Le tecniche d’irrigazione più usate da Puntoirrigazione sono:
- Inondazione;
- Irrigazione localizzata;
- Scanalatura;
- Drenaggio;
Nonostante le tecniche menzionate siano state sviluppate per l’agricoltura possono essere usate anche in idroponica, alcune con piccole modifiche ed altre secondo la tecnica originale.
Andiamo ora a spiegare alcune delle tecniche sopracitate.
L’irrigazione per inondazione è il metodo più tradizionale e fu il più popolare ed usato fino alla fine del secolo XIX, quando fu sostituito dall’irrigazione localizzata ed altre tecniche più moderne. Oggi si usa principalmente nelle coltivazioni in aree rurali di riso in Paesi come Cina, India o Indonesia. Per poter applicare questo sistema il terreno deve essere lavorato in modo tale che le aree predisposte all’irrigazione, o parte di queste, debbano essere praticamente orizzontali, attorniate da piccole dighe che contengono l’acqua. In questo modo, quando l’appezzamento si riempie d’acqua, si chiude l’entrata alla stessa, l’acqua non circola sul suolo, si infiltra o evapora. Questa tecnica ha molte carenze: presenta un eccessivo consumo di acqua, compatta il terreno così che una seconda coltivazione diventa più complicata se la terra non viene arata e l’eccesso d’acqua può far marcire le radici delle piante. Senza dubbio questa tecnica, debitamente modificata, si può usare nell’idroponica, nella tecnica che oggi si conosce come “radice galleggiante”, ed al contrario dell’irrigazione per inondazione, è una delle tecniche idroponiche che meno acqua consuma e con maggior resa.
L’irrigazione localizzata si divide in tre sottocategorie: a goccia, nebulizzata o per aspersione. Tutte hanno le stesse caratteristiche:
- Non bagna tutto il terreno;
- Sono piccole dosi d’acqua che si applicano molte volte;
- Mantengono il terreno sempre umido;
- È diretto a soddisfare le necessità della pianta e del terreno.
La differenza tra i tre tipi sopraelencati è la loro applicazione. L’irrigazione a goccia, come suggerisce il nome stesso, è attraverso gocce, il nebulizzato in forma di vapore o particelle molto piccole e l’aspersione sotto forma di pioggia. Questo tipo d’irrigazione è molto utilizzato nell’idroponica allo stesso modo nel quale si utilizza nell’agricoltura.
Infine, nell’irrigazione per drenaggio, l’acqua si somministra attraverso un tubo sotterraneo, non è un metodo molto utilizzato in quanto caro, senza dubbio nell’idroponica esiste una tecnica simile nella quale la pianta viene bagnata con tubi pieni di acqua circolante.