Un pavimento nuovo può trasformare radicalmente qualsiasi residenza e renderla contemporanea, anche se non sono previsti altri interventi sostanziali di ristrutturazione
Oggi nella ristrutturazione di un pavimento la componente estetica non è l’unica a entrare in gioco. Il raggiungimento di un maggior benessere abitativo è un elemento imprescindibile, per questo le tematiche del comfort acustico e termico sono sempre più attuali. Nell’ottica del sistema pavimento l’isolante acustico diventa protagonista dei lavori di ristrutturazione, garantendo all’intera struttura solidità, efficacia, durata nel tempo e alte prestazioni.
Per ristrutturare radicalmente un pavimento occorre prevedere la realizzazione di un massetto composto da un impasto magro di sabbia e cemento spesso 4-5 cm, da stendere sulla soletta. Su di esso, dopo lo strato fonoassorbente, viene applicata la colla per piastrellature e, su questa, vengono collocate le piastrelle.
Per ottenere un massetto piatto di livello costante si collocano perimetralmente e al centro della stanza, a cadenza regolare, i riferimenti costituiti da una mattonella o da una piastrella cementata all’esatta altezza della linea di livello tracciata sulla parete. Tra un riferimento e l’altro si realizzano dei cordoni di cemento (fasce) che si spianano alla medesima altezza dei riferimenti.
Appoggiando la staggia su due fasce e posando su di essa una livella a bolla si controlla se i riferimenti sono livellati.
La scelta del tipo di pavimento dipende anche dall’ambiente in cui lo si deve realizzare: la resina, per esempio, non è adatta nei locali umidi, un limite del quale non risentono i pavimenti in calce in quanto risultano traspiranti.
Quale che sia il tipo di rivestimento scelto, bisogna che il sottofondo non presenti umidità intrinseca o di risalita; l’esistente deve risultare stabile e ben ancorato, in caso contrario bisogna intervenire sulle zone incoerenti per stabilizzarle.
Pavimenti sovrapponibili
Il desiderio di ristrutturare pavimento può diventare realtà anche senza dover per forza demolire la pavimentazione esistente e livellare nuovamente il sottofondo per prepararlo alla posa: ci sono molti pavimenti sovrapponibili a quello in essere che contemplano un rialzo del piano di calpestio di appena 2-6 mm, che diventano 9-10 se si sceglie di posare un parquet.
Si tratta di un intervento che in molti casi può essere attuato anche in una casa abitata, se il pavimento scelto può essere posato stanza per stanza; solo i pavimenti che vanno realizzati manualmente (quindi non “posati”) come quelli resinosi e cementizi richiedono che l’unità sia vuota e in determinate condizioni ambientali di umidità e temperatura.
In ogni caso, non si tratta di soluzioni di compromesso, ma di autentici pavimenti che, se realizzati a regola d’arte, sono resistentissimi e durano quanto quelli tradizionali; nella maggior parte dei casi si puliscono con maggior facilità.
Riscaldamento a pavimento
In fase di ristrutturazione di un pavimento, grazie ai nuovi sistemi a basso spessore, l’installazione di un riscaldamento radiante è facilitata.
Un impianto di riscaldamento a pavimento funziona a temperature più basse rispetto ai tradizionali radiatori: l’acqua in circolazione ha una temperatura compresa tra 29 °C nelle zone di soggiorno e 35 °C nelle zone periferiche, contro i 60-70 °C che occorrono per i termosifoni.
Questo avviene perché il calore viene irradiato da una superficie molto ampia, dunque per un comfort ottimale è sufficiente che la temperatura di esercizio sia di pochi gradi superiore a quella dell’ambiente; bisogna però che la soletta sia ben coibentata, anche una modesta dispersione di calore può avere ripercussioni importanti sul rendimento dell’impianto.
L’installazione avviene di solito tramite pannelli in materiale plastico che presentano rilievi a interasse calibrato, atti a fornire l’incastro per il tubo che va steso iniziando dal perimetro e convergendo a spirale verso il centro stanza, per poi riprendere il percorso in senso inverso passando tra le spire già posate. Le due estremità del tubo di ogni stanza o zona convergono a un distributore che permette di gestire le zone separatamente; il tutto viene poi ricoperto con malta autolivellante.
Nelle nuove costruzioni è sempre più diffuso per i molteplici vantaggi che offre: la bassa temperatura di esercizio dell’impianto si abbina perfettamente con le tecnologie più innovative ed ecologiche, come le pompe di calore, le caldaie a biomassa e i pannelli solari; l’assenza di corpi riscaldanti a parete lascia maggiore libertà nella disposizione degli arredi; il calore si diffonde dal basso e se ne ha un’immediata percezione, senza moti convettivi; si può utilizzare l’impianto anche per il raffrescamento estivo, invertendo il ciclo della pompa di calore.
Nelle ristrutturazioni la sua installazione risultava problematica, in passato, per la necessità di smantellare la pavimentazione esistente e parte del massetto per disporre degli spessori necessari alla posa del nuovo impianto.
Tuttavia oggi esistono sistemi che occupano spessori molto contenuti e, in alcuni casi, possono essere sovrapposti al pavimento esistente senza demolirlo: l’impianto vero e proprio si concentra in uno strato sottile, a partire da circa 15 mm, da ricoprire poi con la malta autolivellante che forma il letto di posa per la nuova pavimentazione, di qualsiasi tipo.
In questo senso il parquet ha “una marcia in più”, diventa ancor più piacevole camminare scalzi per casa, ma qualsiasi altro materiale non presenta controindicazioni o limitazioni del rendimento termico.
Ci sono alcuni vincoli da rispettare nel gestire un impianto radiante a pavimento: non va mai spento nella stagione fredda, perché per andare a regime impiega diverse ore; bisogna evitare di ricoprire ampie zone del pavimento con tappeti che ostacolerebbero la diffusione del calore.